12 GENNAIO 2022
Dalla nostra esperienza in ambito ecommerce e da un recente studio di usabilità svolto da Baymard Institute, abbiamo raccolto alcuni spunti e best practice per migliorare il tasso di conversione del checkout.
Periodicamente ci imbattiamo in ricerche e articoli che correlano la numerosità degli step all’interno del checkout con il Conversion Rate.
Si crede infatti che minore è la numerosità dei passaggi svolti dall’utente in fase di checkout, migliore (e maggiore) sarà il tasso di conversione.
Dalla nostra esperienza sul campo, questa correlazione non esiste.
La chiave per minimizzare gli abbandoni del checkout e migliorare il CR non è rappresentata dal numero di step, bensì dalla semplicità e dalla chiarezza tra un passaggio e l’altro.
È chiaro infatti che minimizzare lo sforzo cognitivo che un utente compie durante la finalizzazione del suo acquisto ripaga in termini di acquisti andati a buon fine.
Grazie alle analisi dei dati e ai test di usabilità svolti con utenti reali, abbiamo raccolto una lista degli elementi che riteniamo cruciali in fase di checkout.
Per migliorare le conversioni è infatti fondamentale concentrare attenzione e sforzi su questi punti:
Oltre ai dati che abbiamo raccolto durante la nostra esperienza sul campo abbiamo trovato molto interessante una recente ricerca svolta da Baymard Institute*, che ha individuato le seguenti cause di abbandono del checkout:
Tra queste è emerso che la numerosità dei campi risulta essere una delle maggiori cause di frizione, ed in dettaglio:
Quindi da questa ricerca emerge che rispetto al numero di passaggi, il numero di campi all’interno del checkout ha un impatto maggiore nello scoraggiare l’utente a concludere l’acquisto.
Come diminuire quindi gli abbandoni e avere un buon CR semplicemente ottimizzando il checkout form?
Sicuramente riducendo del 20%-60% i campi definiti come obbligatori e mantenendo solo quelli che sono veramente rilevanti!
Per farlo, abbiamo raccolto 5 consigli e degli esempi, che ti possono aiutare a diminuire la percentuale di abbandoni e migliorare il tasso di conversione.
Gli utenti generalmente pensano al loro nome come a una singola entità, che include quindi Nome e Cognome.
Negli user test condotti da Baymard, il 42% degli utenti ha digitato in modo scorretto il proprio nome completo nel campo del nome almeno una volta; al contrario, solo il 4% degli utenti ha esitato brevemente prima di digitare il proprio nome completo e nessuno ha riscontrato problemi di digitazione o interazione osservati nel caso di campi multinome.
Pertanto, il nostro primo suggerimento è quello di assecondare il comportamento dell’utente e di accorpare Nome e Cognome in un unico campo “Nome Completo”.
Alcuni campi quali il secondo campo dell’Indirizzo, Azienda e Codice Sconto sono generalmente facoltativi e solitamente vengono completati da un piccolo sottogruppo di utenti; ciononostante nella maggioranza dei checkout form, questi campi vengono mostrati in pagina, causando attrito nella compilazione. La ricerca di Baymard conferma questa tendenza:
In questo caso, il nostro consiglio è di utilizzare dei link o degli accordion, solo al click verranno quindi mostrati i campi.
Come dimostrato dalla ricerca di Baymard, il processo di checkout risulta più fluido e focalizzato quando campi come questi non sono riportati direttamente in pagina, ma sono richiamati tramite link.
Gli utenti spesso sbagliano quando cercano di digitare con precisione i campi Nazione, Città e Codice Postale; inoltre tendono a rallentare notevolmente la progressione del checkout quando selezionano la Città da un menu a discesa, in particolare quando provano a completare questo task da mobile.
Per ridurre la complessità di compilazione di questi campi suggeriamo di concentrarsi sul campo Codice Postale per ottenere informazioni sia sulla città che sul Paese di provenienza dell’utente. Il rilevamento automatico permette infatti la rimozione degli altri due campi che possono quindi essere ignorati in totale sicurezza.
Impostare “Indirizzo di fatturazione = Indirizzo di spedizione” come elemento predefinito è una buona soluzione a questo problema, riducendo di un terzo i campi visibili da compilare.
In questo modo, il sottogruppo di utenti che necessita di un indirizzo di fatturazione separato dovrà semplicemente deselezionare la casella di controllo e compilare i campi relativi alla fatturazione.
Chiaramente, fanno eccezione i siti in cui si registra che una grande quantità di clienti utilizzano effettivamente due indirizzi differenti: questo è spesso il caso di siti dove prevale l’acquisto come regalo a terzi o nel settore B2B.
Suggeriamo pertanto di posporre la creazione dell’account alla fase di conferma dell’ordine. L’utente infatti avrà già inserito le informazioni necessarie alla creazione del profilo durante il checkout, riducendo così la registrazione a un paio di campi al massimo.
Se si opta per questa scelta, ci raccomandiamo di assicurarsi che gli utenti siano informati durante la fase di selezione dell’account che avranno la possibilità di creare un profilo alla fine del checkout.
Ogni checkout funziona in modo diverso, ma una delle metodologie più diffuse per individuare le sue principali barriere consiste nel test di usabilità.
Grazie a questa attività è possibile osservare e comprendere come gli utenti interagiscono con il sito, evidenziando blocchi ed elementi frenanti incontrati durante la navigazione.
È fondamentale porre il focus sui punti giusti durante gli user test, ovvero:
*Baymard Institute, Authored by Christian Holst — “Checkout Optimization: 5 Ways to Minimize Form Fields in Checkout”, 19.10.2021.
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