Il traffico bot rappresenta una sfida sempre più importante per ciò che riguarda l’analisi dei dati: capire come identificarlo e saperlo gestire è fondamentale per preservare l’affidabilità dei dati e prendere decisioni data-driven.
Il grafico che segue rappresenta l’andamento tipico di un traffico bot, caratterizzato da un picco insolito di visite su un ecommerce o un sito. A meno che non siano state fatte attività particolari, come il lancio di un prodotto esclusivo o di uno sconto fuori dall’ordinario, questo andamento dovrebbe far scattare un alert.
In questo ecommerce tip approfondiremo tutto ciò che c’è da sapere sul traffico bot e su come gestire questa problematica.
Cos’è il traffico bot?
Con traffico bot ci si riferisce al traffico non umano, generato da programmi informatici automatizzati, verso siti web o applicazioni.
Questo tipo di traffico non è necessariamente negativo, ma dipende dalla finalità dei bot. Alcuni, come i crawler dei motori di ricerca, sono utili perché permettono l’indicizzazione del tuo sito web, altri invece possono essere dannosi.
Un esempio di bot negativo riguarda gli scraper, programmi progettati per estrarre dati da siti web senza l’autorizzazione del proprietario. Questi bot possono distorcere le metriche di traffico, simulando più visitatori del reale, o sovraccaricare il server con richieste eccessive, rallentando il sito.
Ma da dove arrivano questi bot? A volte le cause sono riconducibili a competitor che, attraverso Scraping Tools, tentano di monitorare prezzi e strategie sfruttando questa soluzione. In altri casi può trattarsi di un tentativo finalizzato a sovraccaricare il server di un ecommerce e intaccarne il corretto funzionamento.
Questo tipo di attività infatti non solo compromette la competitività di un sito, ma può anche avere un impatto negativo sull’esperienza utente, riducendo la capacità delle pagine web di rispondere tempestivamente alle richieste dei visitatori interessati ad un determinato brand o prodotto.
Questo traffico anomalo può essere quindi causato da:
Perché il traffico bot viene tracciato ed è visibile su GA4?
Google Analytics 4 include filtri automatici per riconoscere ed escludere il traffico proveniente da bot e scraper. Tuttavia, a causa della natura mutevole dei bot e delle tecniche avanzate per mascherare il loro comportamento rendendolo simile a quello degli utenti reali, alcune visite indesiderate possono comunque essere registrate.
Per questo motivo è fondamentale controllare attentamente e con costanza i dati che vengono raccolti e rimuovere manualmente eventuali residui di traffico non veritiero.
Come riconoscere i segnali del traffico bot
Sebbene sia molto avanzato e si sia sviluppato nel tempo, il traffico bot mostra segni distintivi che permettono la sua rilevazione. Monitorare attentamente le seguenti dimensioni e metriche può aiutare a identificare questa tipologia di traffico:
In sintesi, se dimensioni e metriche di visite anomale rispecchiano tutte le caratteristiche sopra citate è molto probabile che si stia verificando del traffico bot verso il sito.
Come si rimuove il traffico bot su GA4?
Per affrontare il traffico anomalo su Google Analytics 4, è consigliabile utilizzare filtri avanzati e personalizzati. Questi filtri possono essere configurati per escludere specifici pattern di traffico noti per essere generati da bot o scraper.
Ci sono principalmente due metodi efficaci per farlo:
Per quanto riguarda il filtraggio con condizioni specifiche, è sufficiente analizzare i dati e identificare le situazioni critiche che necessitano di essere escluse dai report.
La situazione diventa più complessa quando si desidera escludere specifici indirizzi IP. In questo caso, gli indirizzi IP possono essere rilevati solo se è stata configurata una property server-side collegata a BigQuery, da cui estrapolare gli indirizzi IP sospetti. Grazie al nostro server proprietario, su cui ospitiamo i dati di Google Analytics, possiamo implementare facilmente questa configurazione ed effettuare i controlli specifici.
Come si può monitorare il traffico bot su GA4 in modo intelligente?
Per intervenire fin da subito sul traffico bot, risulta molto utile l’implementazione di alert automatici basati su condizioni predefinite.
Si possono configurare alert per situazioni specifiche, come un aumento improvviso del traffico diretto da risoluzioni di schermo anomale o da fonti di traffico insolite, oppure quando un determinato indirizzo IP occupa una parte significativa del traffico per un certo periodo di tempo.
Questi alert possono aiutare a individuare e risolvere rapidamente anomalie di traffico, identificando potenziali attività bot sul sito.
Gestire il traffico bot su GA4 anche retroattivamente è essenziale per escludere visite non veritiere e garantire che i dati raccolti riflettano accuratamente il comportamento degli utenti reali. Con il giusto affiancamento e un monitoraggio continuo, è possibile proteggere il proprio sito da traffico dannoso e mantenere un’elevata qualità delle analisi dei dati.